Il futuro della musica è digitale: è quanto
sostengono vari studi recenti italiani e internazionali. Secondo i dati
raccolti da Nielsen, per esempio gli italiani in possesso di tablet sono
tra i maggiori acquirenti di musica, al secondo posto dopo quelli
americani; una ricerca dell’autorità britannica per le comunicazioni
(Ofcomm) attesta inoltre che ormai i nostri connazionali che preferiscono ascoltare musica su dispositivi mobili sono il 54%
e surclassano nettamente la percentuale degli inglesi (45%) e degli
statunitensi (40%). Non solo: l’IFPI attesta un incremento nelle vendite
di musica digitale nel 2011 pari all’8%. I servizi in abbonamento,
inoltre, sempre nel 2011 hanno aumentato i loro utenti del 65% e secondo
la Federazione Industria Musicale Italiana entro il 2014 la musica in
streaming avrà più utenti della musica in download. Ma quali sono le piattaforme di questa rivoluzione digitale della musica?
Sicuramente
gettonatissima è iTunes: il successo del
software e del relativo store è dovuto ovviamente al dominio del
mercato degli smartphone e dei tablet da parte della Apple di
Steve Jobs, vincitore anche di un Grammy Awards
postumo per aver cambiato la fruizione della musica. Il dominio dei
prodotti della Mela morsicata è sempre più minacciato dalla diffusione
dei cellulari con sistema operativo Android e dalla concorrenza di altri
tablet e lettori come Kindle, lanciato da Amazon, ma resta
molto comodo per milioni di utenti navigare e acquistare nello store da dispositivi come iPhone, iPad e iPod Touch:
in pochi minuti si ha subito a disposizione legalmente le canzoni o gli
album prescelti, laddove la crescita nel mondo del download di singoli
brani nel 2011 è aumentata del 17%, mentre il download, spesso più
conveniente economicamente, di un intero album è in crescita del 26%.
ITunes si può usare anche da Mac o pc, ovviamente; uno svantaggio del
programma è quello di non consentire il copia e incolla di brani
dall’Ipod al computer, mentre interessante è il lancio di iTunes Match, un servizio che da lunedì 30 aprile anche in Italia consente di trasferire e conservare tutta la propria collezione di file musicali dei dispositivi Apple nella piattaforma iCloud.
Anche i brani non acquistati dallo store di iTunes, ma in formati
compatibili con il servizio (AAC, MP3, WAV, AIFF, Apple Lossless, ecc.)
possono essere salvati nella “nuvola”; questo enorme catalogo di musica
si può poi ascoltare in streaming con un numero massimo di dieci
apparecchi tra computer, iPod Touch, iPad e Apple Tv. I lettori
portatili memorizzano i brani per ascoltarli offline e poi potranno
sincronizzare le playlist online. iTunes Match ha un costo annuo di 24,99 euro
e funziona su Mac e pc con iTunes 10.5.1 o successiva e su apparecchi
con sistema operativo iOS 5.1 e successivi. Ma iTunes ha pecche? Beh,
una e non di poco conto: in streaming gratuito offre solo un minuto e trenta di ciascuno dei brani del suo store.
I servizi in streaming sono di contro in rapida espansione anche su iPhone, oltre che sugli altri smartphone e su pc; il più diffuso in Europa è lo svedese Spotify:
in Italia non è ancora attivo, ma simulando con qualche programma una
connessione dall’estero, è possibile usare software e relativi servizi
anche nel nostro Paese. Spotify offre gratis l’ascolto di milioni di brani per intero;
chi manteneva l’account gratuito per più di sei mesi, poteva ascoltare
una stessa canzone fino ad un massimo di 5 volte, ma il 29 marzo 2012
Spotify ha rimosso questa restrizione. Trascorso quel periodo, ogni
utente ora può usare il software non più di 10 ore al mese. Il programma
è corredato da app molto utili, come TuneWiki, che cerca in automatico il testo del brano in ascolto
e lo fa scorrere sincronizzato con la musica, o quelle di quotidiani e
riviste musicali come il Guardian o Pitchfork, che integrano recensioni e
link di ascolto. Il servizio gratuito prevede interruzioni pubblicitarie
simili a quelle radiofoniche, oltre che vari banner; pagando 4,99
dollari al mese e passando all’account “unlimited”, non ci sono invece
nè spot, nè limiti di tempo. L’account premium, a 9,99 dollari al mese,
invece consente in più anche l’accesso offline e su dispositivo mobile a
tutti i brani; tra l’altro il 2 maggio Spotify ha lanciato per gli
utenti Premium un App per iPhone con qualità audio superiore rispetto a
quella offerta gratuitamente, copertine a tutto schermo e playlist di
artisti simili a quelli in ascolto subito a disposizione mentre si
ascolta un determinato album.
In forte ascesa è anche il francese Deezer, sbarcato in Italia a dicembre: questo servizio non richiede di scaricare software
ed è in prova per 15 giorni con ascolto on demand di album anche nel
giorno stesso dell’uscita senza interruzioni pubblicitarie. Terminati i
giorni di prova, l’utente può scegliere tra l’opzione Discovery, che consente gratuitamente 30 secondi di preascolto
di qualunque canzone e l’uso dei canali radio tematici per genere o per
artista, l’opzione Premium a 4,99 euro al mese con ascolto illimitato
di 13 milioni di brani da computer e pc portatili, o l’opzione Premium +, a 9,99 euro, con download legale illimitato di 15 milioni di brani
e accesso anche tramite smartphone, tablet o senza essere connessi a
internet. Alcuni artisti si possono infatti solo scaricare, mentre
alcuni, come i Beatles, sono disponibili in esclusiva solo su iTunes; il
catalogo Deezer però comprende alcuni giganti come John Lennon solista o
i Pink Floyd.
In questa guerra a colpi di download, con continue innovazioni nei servizi per gli utenti,
sta per rilanciarsi anche la Microsoft con una nuova piattaforma ancora top secret,
che sostituirà Zune e dovrebbe essere accessibile da pc (solo con
Windows 8?), da Xbox e da cellulari Android e iOs; quale servizio
conquisterà il mercato? L’importante è che a vincere sia la musica.
Anche se il
formato cd dovesse “morire” nel 2012,
visto il calo dell’8,7% di acquisto dei supporti fisici registrato nel
2011, e sopravvivere solo nei box set e limited edition per
collezionisti, grazie a cui comunque la musica “fisica” rappresenta
ancora il 61% delle vendite.